Il 16 e 17 giugno all’Auditorium di Roma si è svolta la conferenza “Strategie per un pianeta Sostenibile”, organizzata in occasione dei 40 anni del Club di Roma e i 100 anni dalla nascita del suo fondatore, Aurelio Peccei.
Pubblichiamo alcuni appunti sull’intervento di Lester Brown, fondatore e presidente dell'Earth Policy Institute, un'organizzazione no-profit e interdisciplinare il cui scopo è elaborare un piano per un futuro sostenibile e un percorso che indichi come arrivarci. È stato inoltre fondatore e presidente del Worldwatch Institute, considerato il più autorevole osservatorio sui trend ambientali del nostro pianeta. Nel corso della sua carriera Lester Brown ha pubblicato più di 50 libri, tradotti in oltre 40 lingue, e ha ricevuto 24 lauree honoris causa. E’ stato definito dal Washington Post come "uno dei pensatori più influenti del mondo".
Lester Brown inizia il suo intervento citando alcuni dati sullo scioglimento dei ghiacci polari: nell’estate 2007, gli esperti sono rimasti sbalorditi dalla fusione in una sola settimana di un’area ghiacciata pari a quasi due volte l’estensione della Gran Bretagna. Blocchi di ghiaccio del peso di parecchi miliardi di tonnellate si staccano dalla calotta glaciale e crollano in mare, causando terremoti con il loro peso.
Anche i ghiacciai continentali si sciolgono, e questo rischia di avere impatti pesanti sulla disponibilità idrica: Il Gange e il Fiume Giallo, non più alimentati dalla presenza perenne dei ghiacciai, potrebbero diventare corsi d’acqua stagionali, mettendo a rischio la produzione di cereali e riso delle regioni che attraversano.
Rischiamo di fare la fine delle civiltà che prima di noi si sono scontrate con i limiti del loro ambiente? Sumeri , Maia, sono scomparsi a causa della salinizzazione delle terre agricole e della deforestazione: non si tratta più di “salvare il Pianeta”, ma di “salvare la nostra civiltà”.
Un nuovo problema si impone all’attenzione: il picco del petrolio. Non importa se sia già passato o se si verificherà fra qualche anno: la produzione di petrolio sta per iniziare un lento declino, se non l’ha già iniziato: ci aspetta un mondo molto diverso dall’attuale.
I prezzi degli alimenti sono in crescita, e le scorte di molti Paesi sono ai livelli minimi; in passato le crisi alimentari erano determinate principalmente da siccità o alluvioni occasionali, ma ora la situazione è diversa. Siamo in presenza di una popolazione che continua a crescere, e che vuole cibo di migliore qualità, passando da una dieta essenzialmente vegetariana a un aumentato consumo di carne, il che comporta una maggiore necessità di cereali da usare come mangime. I biocarburanti entrano in competizione con il cibo: negli USA, la produzione di cereali continua a crescere, ma tutto l’aumento è stato assorbito dalla produzione di biocarburanti.
I problemi principali da affrontare sono:
- la carenza di acqua, che minaccia anche Paesi come Cina, India e USA; fra i principali produttori agricoli;
- l’erosione del suolo, che provoca la perdita di terreni agricoli;
- le temperature crescenti: un aumento di un grado di temperatura media provoca una diminuzione del 10% della produzione alimentare; da notare che la produttività, aumentata tantissimo negli ultimi anni, sembra aver raggiunto il suo picco e non aumenta più.
Quali sono le azioni da compiere?
- tagliare le emissioni di anidride carbonica dell’80% entro il 2020;
- stabilizzare la popolazione mondiale, evitando di superare gli 8 miliardi di persone;
- aumentare l’efficienza energetica (ad esempio usando le lampadine a risparmio energetico, ma anche con automobili e sistemi produttivi più efficienti)
- aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- piantare alberi, che possono assorbire l’anidride carbonica.
Il Texas, la terra del petrolio, soddisfa i bisogni di un terzo della popolazione con l’eolico: un
petroliere ottantenne ha appena investito 10 miliardi di dollari nel vento: al contrario di un pozzo petrolifero, il vento non si esaurisce.
Abbiamo tante fonti di energia a disposizione: in Algeria è in progetto un impianto di solare termodinamico che produrrà elettricità da esportare in Europa. Se tutto il deserto dell’Algeria fosse coperto da impianti del genere, potrebbe soddisfare il bisogno energetico mondiale!
E’ necessario modificare i sistemi di tassazione e includere nei costi le esternalità ambientali (i costi indiretti, ad esempio il costo dei danni causati dai cambiamenti climatici o dall’inquinamento). Cambiare non la quantità totale di tasse, ma che cosa si tassa.
Come il comunismo è fallito perché si basava su un mercato privo di “verità economica”, così il capitalismo potrebbe crollare a causa della mancanza di “verità ecologica”.
Dopo l’attacco di Pearl Harbor, all’entrata nella seconda guerra mondiale, gli USA hanno dovuto produrre una quantità enorme di armi in poco tempo: migliaia di carri armati, aerei, navi, cannoni. Tutti gli industriali sono stati chiamati a contribuire, e hanno modificato la produzione nel giro di mesi! Questo ci insegna che possiamo cambiare il sistema energetico in pochi anni!
Negli USA recentemente sono stati presentati 151 progetti di centrali a carbone, ma sono state in buona parte bloccate, e le restanti rischiano di essere bloccate anche loro: sia a causa della forte opposizione della popolazione locale, sia perché i finanziatori vogliono essere sicuri che saranno economicamente convenienti anche se gli USA dovessero introdurre limiti e tasse sulle emissioni di anidride carbonica; ma questo non è possibile.
Lester Brown dice di non avere fiducia negli accordi negoziati internazionali, ma nelle azioni individuali, dei singoli Paesi e delle singole persone. E’ sempre più urgente la necessità di organizzarsi, impegnarsi, e ristrutturare l’economia globale.
E’ appena uscito per le Edizioni Ambiente l’ultimo libro di Lester Brown, Piano B 3.0 : il testo integrale si può trovare qui.