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venerdì 17 ottobre 2008

Nel sud del mondo gli effetti della speculazione finanziaria

Comunicato stampa di Mani Tese

Anche chi non ha mai avuto un conto in banca né la possibilità di accedere al credito risentirà degli effetti della crisi finanziaria. Le conseguenze di lungo periodo per le popolazioni del Sud del mondo si profilano infatti drammatiche.

I paesi poveri sono importatori netti di prodotti agricoli e di alimentari trasformati nel Nord del mondo: l'ulteriore aumento – che la FAO stima del 26% per l'anno in corso – del costo dell'importazione di generi alimentari a livello globale ricadrà su chi già fatica a sfamarsi.

E' uno degli effetti, prevedibili ma non considerati, della speculazione finanziaria sulle materie prime agricole e sulle risorse energetiche: aumenterà ulteriormente il flusso di risorse che dai Paesi del Sud del mondo si sposta verso il Nord, dovuto a decenni di evasioni fiscali, accordi commerciali svantaggiosi e speculazioni sui prezzi.

"Da anni i più poveri del pianeta finanziano i nostri consumi" spiega Andrea Baranes di CRBM / Mani Tese "Questi consumi sono alla base dei cambiamenti climatici che colpiscono in primo luogo i contadini e le fasce più povere della popolazione degli stessi Paesi del Sud. A causa del nostro sistema finanziario, una crisi senza precedenti li sta trascinando ancora di più nella povertà. In pochi giorni i governi occidentali hanno stanziato una cifra circa 100 volte superiore a quella che, da anni, inutilmente, viene richiesta per fare uscire milioni di esseri umani dalla povertà estrema."

Infatti i piani di aiuti messi in campo da USA e paesi europei (rispettivamente 700 e 1.800 miliardi di dollari) dimostrano come sia possibile stanziare ingenti fondi per situazioni di emergenza. Negli ultimi anni invece la comunità internazionale non è stata in grado di trovare i 25 miliardi di dollari necessari per ridurre di due terzi la mortalità infantile, decretando il fallimento delle tempistiche previste dagli obiettivi del millennio.

"Gli equilibri della fame", di cui parlerà il convegno di Mani Tese l'1 e 2 novembre, sono sempre più instabili. Diventa ogni giorno più urgente il ripensamento di un modello economico e finanziario che nega il diritto al cibo a quasi un miliardo di persone.

Leggi l'articolo "La crisi della finanza e i rapporti Nord - Sud" (pdf, 33,9 kb) di Andrea Baranes, economista della Campagna per la riforma della Banca mondiale.